Federazione Italiana Counseling

Dal 1989 la Federazione Italiana Counseling rappresenta scuole, organizzazioni, associazioni ed Enti di formazione i quali si riconoscano nei principi fondamentali dell’attività professionale di consulenza rivolta alla promozione del benessere in tutte le sue forme, condividendo l’impostazione del counseling come modalità di relazione e comunicazione la quale può essere applicata alla pratica di differenti attività professionali, purché nel rispetto delle competenze di categorie professionali già esistenti e regolamentate dalla legge.
Tale rispetto esclude ogni riferimento al counseling come attività professionale che si sovrapponga a quella già svolta da psicologi e psicoterapeuti, e colloca il counseling professionale fuori dall’ambito medico-clinico-psicologico e sanitario, e all’interno di quello educativo, formativo, culturale e sociale.
Membri della Federazione, quindi, possono essere solo associazioni le quali garantiscano il rispetto dei requisiti richiesti alle scuole e agli istituti di formazione, il principale dei quali è quello dell’attività professionale rivolta esclusivamente alla promozione del benessere svolta sotto forma di consulenza (prestazione d’opera intellettuale, art.2222 e segg. del Codice Civile) con esclusione di ogni riferimento ad attività diagnostiche o terapeutiche di tipo clinico.

Dal 1989 la Federazione Italiana Counseling rappresenta scuole, organizzazioni, associazioni ed Enti di formazione i quali si riconoscano nei principi fondamentali dell’attività professionale di consulenza rivolta alla promozione del benessere in tutte le sue forme, condividendo l’impostazione del counseling come modalità di relazione e comunicazione la quale può essere applicata alla pratica di differenti attività professionali, purché nel rispetto delle competenze di categorie professionali già esistenti e regolamentate dalla legge.

Tale rispetto esclude ogni riferimento al counseling come attività professionale che si sovrapponga a quella già svolta da psicologi e psicoterapeuti, e colloca il counseling professionale fuori dall’ambito medico-clinico-psicologico e sanitario, e all’interno di quello educativo, formativo, culturale e sociale.

Membri della Federazione, quindi, possono essere solo associazioni le quali garantiscano il rispetto dei requisiti richiesti alle scuole e agli istituti di formazione, il principale dei quali è quello dell’attività professionale rivolta esclusivamente alla promozione del benessere svolta sotto forma di consulenza (prestazione d’opera intellettuale, art.2222 e segg. del Codice Civile) con esclusione di ogni riferimento ad attività diagnostiche o terapeutiche di tipo clinico.

Tramite le nostre guide potrete scoprire quali sono le domande consigliate da porre ad una Scuola di Counseling e quali quelle da porre ad un Counselor, approfondendo anche gli aspetti legali dell'attività di counseling in Italia.

Codice deontologico dei counselor italiani

Tra gli scopi sociali della Federazione Italiana Counseling ci sono, da una parte, la tutela dei cittadini nei confronti dell'abusivismo nella pratica psicologica camuffata da “counseling” ed esercitata da persone prive di abilitazione alla professione di psicologo, il contrasto alle fake news, la disinformazione e la ciarlataneria e, dall’altra, la diffusione della cultura del benessere a livello sociale e culturale operata attraverso l’attività di scuole ed enti di formazione certificati.

Si ricorda che, nonostante numerose e ormai consolidate pronunce giurisprudenziali, del Consiglio di Stato e delle dichiarazioni ufficiali del Ministero dello Sviluppo economico e di quello dalla Salute - le quali hanno negato la legittimità della pratica del counseling rivolta al sostegno psicologico e alla cura di disagio psichico, disturbi e patologie per coloro che non sono medici o psicologi abilitati - sono ancora numerose le organizzazioni che, speculando sull’ignoranza dei cittadini e sulla mancanza di una normativa in materia, continuano a diffondere l’insegnamento e la pratica della psicoterapia camuffata sotto il nome di counseling e svolta da persone prive di abilitazione legale.

Infatti, poiché non esiste regolamentazione legislativa della professione, la Federazione Italiana Counseling ha assunto responsabilmente l’incarico di riconoscere privatamente i requisiti per lo svolgimento legittimo dell’attività professionale, in modo da fornire a tutti i cittadini e agli operatori professionali la garanzia di una certificazione privata circa la validità e la legittimità dello svolgimento della professione di counselor solo se applicata alla consulenza in materia di qualità e stile di vita e ai fini della promozione del benessere.

Ciò anche mettendo sull’avviso circa gli ingannevoli riferimenti di molte scuole alla legge n° 4 del 2013 sulle professioni non organizzate in Albi, dalla quale le associazioni delle scuole di counseling tradizionale sono state escluse, e dall’insegnamento della psicoterapia mascherata da counseling, come dimostra la richiesta di alcune scuole di svolgere decine di ore di supervisione come requisito per conseguire il Diploma (privo di validità legale), proprio come quelle richieste dalla legge agli psicoterapeuti nelle scuole di psicoterapia, e che si giustifica solo col fatto di voler insegnare abusivamente una attività di competenza psicologica con contenuti, modalità e scopi che appartengono, invece, alla esclusiva competenza di psicologi/psicoterapeuti abilitati.

L’ammissione alla federazione è condizionata al possesso dei seguenti requisiti :

Requisiti

Tra gli scopi sociali della Federazione Italiana Counseling ci sono, da una parte, la tutela dei cittadini nei confronti dell'abusivismo nella pratica psicologica camuffata da “counseling” ed esercitata da persone prive di abilitazione alla professione di psicologo, il contrasto alle fake news, la disinformazione e la ciarlataneria e, dall’altra, la diffusione della cultura del benessere a livello sociale e culturale operata attraverso l’attività di scuole ed enti di formazione certificati.

Si ricorda che, nonostante numerose e ormai consolidate pronunce giurisprudenziali, del Consiglio di Stato e delle dichiarazioni ufficiali del Ministero dello Sviluppo economico e di quello dalla Salute - le quali hanno negato la legittimità della pratica del counseling rivolta al sostegno psicologico e alla cura di disagio psichico, disturbi e patologie per coloro che non sono medici o psicologi abilitati - sono ancora numerose le organizzazioni che, speculando sull’ignoranza dei cittadini e sulla mancanza di una normativa in materia, continuano a diffondere l’insegnamento e la pratica della psicoterapia camuffata sotto il nome di counseling e svolta da persone prive di abilitazione legale.

Infatti, poiché non esiste regolamentazione legislativa della professione, la Federazione Italiana Counseling ha assunto responsabilmente l’incarico di riconoscere privatamente i requisiti per lo svolgimento legittimo dell’attività professionale, in modo da fornire a tutti i cittadini e agli operatori professionali la garanzia di una certificazione privata circa la validità e la legittimità dello svolgimento della professione di counselor solo se applicata alla consulenza in materia di qualità e stile di vita e ai fini della promozione del benessere.

Ciò anche mettendo sull’avviso circa gli ingannevoli riferimenti di molte scuole alla legge n° 4 del 2013 sulle professioni non organizzate in Albi, dalla quale le associazioni delle scuole di counseling tradizionale sono state escluse, e dall’insegnamento della psicoterapia mascherata da counseling, come dimostra la richiesta di alcune scuole di svolgere decine di ore di supervisione come requisito per conseguire il Diploma (privo di validità legale), proprio come quelle richieste dalla legge agli psicoterapeuti nelle scuole di psicoterapia, e che si giustifica solo col fatto di voler insegnare abusivamente una attività di competenza psicologica con contenuti, modalità e scopi che appartengono, invece, alla esclusiva competenza di psicologi/psicoterapeuti abilitati.

Federazione Italiana Counseling